Ecco la storia del bimbo "biricchino” che si siede sulla sedia di Papa Franesco

Carlos vive a Lanciano, è arrivato in Italia poco più di un anno fa. A 6 anni, direttamente dalla Colombia, destinazione Lanciano. Una casa, finalmente, una mamma, un papà, un fratello più grande da abbracciare e due occhi grandi così. Carlos è un nome di fantasia per un bambino vero (rispettiamo il volere dei genitori di preservare ulteriormente la privacy della famiglia), protagonista improvviso di un sabato pomeriggio come molti altri in piazza San Pietro, a Roma.



L'appuntamento è di quelli importanti per i cattolici. Papa Francesco si sta preparando a salutare le 100mila persone accorse in piazza per la “Giornata della Famiglia”. Poco prima di iniziare il discorso il papa si sente abbracciare all'altezza delle gambe. Intorno ci sono nonni, genitori, bambini e Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia e ex segretario personale di Benedetto XVI.

La veste bianca si chiude come una fisarmonica tra delle piccole braccia. Sono quelle di Carlos, che ha appena respinto un uomo vestito di nero che cercava di convincerlo con una caramella ad abbandonare la scena. «Vieni, guarda che ho qui, la vuoi una caramellina», si sente dire in sottofondo nel video del Centro Televisivo Vaticano. Neanche a pensarci, Carlos rimane lì e abbraccia il papa che viene dal Sudamerica, come lui. Poco dopo mangerà pure la caramella. Francesco sente l'abbraccio, sorride e lo accarezza sulla testa. Si sono capiti al volo, i due. Carlos starà con il papa, per tutti i 20 minuti del discorso, senza interrompere o disturbare. Il pontefice parla di «gioia della fede», del bisogno di pronunciare in famiglia soprattutto tre parole «permesso, grazie, scusa», dice che il «peso più grande di tutti nella vita è la mancanza di amore».

Carlos non si sa se ascolta ma è lì vicino e si vede quanto basta: sistema l'asta del microfono del papa, lo guarda perplesso in alcuni passaggi, si siede sulla poltrona e incrocia le gambe. Papa Francesco parla alle famiglie, e non solo; Carlos pure, a modo suo, dice delle cose. L'uno e l'altro, per chi vuole ascoltare, lasciano un messaggio in piazza San Pietro. A tradurre quello di Carlos, ci pensa la mamma, il giorno dopo, quando sui social network si sparge la voce che il piccolo “seduto sulla poltrona del papa” è di Lanciano. «La benedizione ricevuta da nostro figlio possa arrivare a tutti i bambini del mondo abbandonati – dicono i genitori adottivi di Carlos – di questa vicenda ci interessa ricordare il diritto di ogni singolo bambino ad avere una famiglia e l'ente di adozione internazionale Ai.Bi, Amici dei Bambini. Solo questo, nient'altro».

Ovviamente Carlos ha fatto tutto da solo, nulla di organizzato: i familiari non sono intervenuti perché lui, Carlos, era a suo agio. Come fosse a casa sua, nella piazza madre dei fedeli di Cristo, nella giornata dedicata alla famiglia. Le foto del bimbo seduto gambe incrociate sulla sedia del papa hanno fatto il giro del mondo, incuriosendo molti, indispettendo alcuni, provocando altri. «Lasciate che i bambini vengano a me», c'è scritto d'altronde in uno dei Vangeli. Detto, fatto.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Appunto,"Lasciate che i bambini vengano a me"!!! Così facevo sempre qualche anno fa...ora purtroppo bisogna essere molto prudenti,ogni gesto affettuoso verso i bambini può essere facilmente male interpretato...

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